14. apr, 2022

EMDR metodo terapeutico: il viaggio di un’emozione intrappolata

Non so quanti di voi hanno sentito parlare dell’EMDR, metodo utilizzato in psicoterapia, ossia la Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i movimenti oculari di un ricordo.

Questo metodo nasce nel 1987 dalla scoperta della statunitense Francine Shapiro che notò i movimenti oculari volontari come in grado di ridurre l’intensità di pensieri negativi disturbanti.

Nelle reti neurali c’è immagazzinata tutta la nostra storia.

Mi piace pensare ad una mappa dei ricordi come ad un viaggio. Ad ogni tappa prendiamo dei souvenir, scattiamo delle foto, immagazziniamo delle emozioni.

Alcune di queste come i ricordi le riponiamo in un album come foto, altre le leghiamo ad un souvenir che portiamo nella nostra casa, altre le lasciamo nel luogo visitato e così via.

Vi racconto una mia esperienza. Un pomeriggio accendendo un incenso la mente “mi ha riportata” su un tetto di un ristorante in Marocco a Marrakech, in un dei miei viaggi di diversi anni fa. L’incenso mi ricordava il profumo che c’era nella piazza e nel locale dove ero a cena, un luogo suggestivo da dove si vedevano i tetti della città. La gente fumava narghilè e conversava.

Tra gli odori delle salse e spezie, dei tajine serviti e dei narghilè accesi con differenti aromi, c’era anche un odore particolare che mi ricordava l’odore dei libri antichi e dell’incenso nella mia casa.

Sicuramente sarà capitato anche a voi improvvisamente di essere trasportati in un luogo del passato grazie ad un profumo. Baudelaire le chiamava corrispondenze. Corrispondenze segrete che sotto forma di profumi, di suoni o di colori ci riportano ad un ricordo.

Ma cosa sono i ricordi? Gabriel Garcia Marquez scriveva: “La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.

In realtà ricordare, dal latino, “recordari” derivato di cor ossia cuore, significa riportare al cuore emozioni, foto, vissuti, tutte quell’esperienze passate, insomma, noi. Gli antichi Romani erano convinti che la memoria risiedesse nel cuore da qui il significato: "portare al cuore".

In realtà alcuni ricordi verranno riportati o elaborati spontaneamente, mentre altri resteranno intrappolati nella nostra rete neurale.

Ma come mai?

Quando un evento è finito, per la nostra mente non lo è ancora, perché lo deve elaborare.

A volte, quando il ricordo è traumatico, può succedere che resti intrappolato in memoria.

Già Freud, circa 150 anni fa, scrisse riferendosi ad un suo paziente: “penso che quest’uomo stia soffrendo a causa dei suoi ricordi”.

Infatti, durante l’evento traumatico ci sono delle risposte biochimiche come ad esempio l’adrenalina e il cortisolo che bloccano il processo spontaneo del cervello nell’ elaborare l’informazione, intrappolandola in una rete neurale.

Da qui nasce l’importanza della scoperta dell’EMDR.

Dal punto di vista neuro-psicologico un “movimento oculare” da destra a sinistra agevola lo scambio di informazioni tra i due emisferi, facilitandone la comunicazione.

Questo approccio terapeutico è riconosciuto e raccomandato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), lavora sui ricordi non elaborati, eventi stressanti e traumatici.

Al termine del trattamento il ricordo che prima era intrappolato nella rete neurale è adeguatamente integrato in una rete mnemonica più ampia.

Così, la persona vede il ricordo lontano, ricorda sì l’evento, ma sente che fa parte del passato contemplandone il contenuto in maniera più funzionale.

E cosi anche il viaggio di quell’emozione intrappolata si conclude, come anche la mia corrispondenza del profumo di incenso e ritorna adeguatamente nell’album dei ricordi, lasciando vivere con equilibrio "hic et nuc", il qui e ora.

E come il filosofo e poeta Khalil Gibran affermava: “Fate allora che ciascuna stagione racchiuda tutte le altre, e il presente abbracci il passato con il ricordo ed il futuro con l’attesa.”

Maria Raffaella Pulli

(Psicoterapeuta specializzata in Psicosomatica, Emdr e Marketing)